Breve storia della meditazione

La parola "meditazione" deriva dal latino meditatio, a sua volta originata dal verbo meditari, che significa "riflettere, pensare, ponderare". Il verbo meditari è una forma frequentativa di mederi, che significa "curare", suggerendo un’attività ripetitiva e continuativa, come quella del riflettere o del concentrarsi su qualcosa.

In origine, meditari indicava quindi l'atto del riflettere a lungo e con attenzione su un argomento, spesso con l’intento di approfondire e capire meglio.

Nel tempo, la parola meditazione è giunta a riferirsi a pratiche più ampie, sia religiose sia laiche, che includono tecniche di concentrazione, introspezione e consapevolezza, come nella meditazione orientale.

La meditazione ha origini molto antiche in Oriente e si sviluppa in diverse culture, religioni e filosofie, tra cui l'Induismo, il Buddismo, il Taoismo e il Confucianesimo. Queste tradizioni hanno dato vita a una vasta gamma di pratiche, ognuna con i propri obiettivi, metodi e significati spirituali. 

Eccone una breve panoramica:

 1. Induismo

La meditazione è menzionata già nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, databili a circa il 1500-1200 a.C. Qui la pratica meditativa è strettamente collegata al culto e alla riflessione filosofica. La meditazione viene approfondita nelle Upanishad, testi filosofici risalenti al VI secolo a.C., che esplorano la natura del sé e dell’universo. Attraverso tecniche come il dhyana (contemplazione) e samadhi (assorbimento meditativo), l’obiettivo è raggiungere l’unione con il Brahman, l’assoluto o principio cosmico.

Nel sistema di yoga codificato da Patanjali (II secolo a.C.), la meditazione è uno degli otto stadi dello Yoga Sutra, una via verso la realizzazione del sé e la liberazione (moksha). Le tecniche di meditazione, come il controllo della respirazione (pranayama) e la concentrazione (dharana), mirano a calmare la mente e a sviluppare la consapevolezza interiore.

 2. Buddismo

Il Buddismo, nato in India nel VI secolo a.C. con Siddhartha Gautama (il Buddha), mette al centro della propria pratica la meditazione come strumento per raggiungere l’illuminazione (nirvana). Il Buddha insegnò due tipi di meditazione principali: samatha (meditazione di calma) e vipassana (meditazione di visione profonda). La samatha sviluppa la concentrazione e la calma interiore, mentre la vipassana permette di osservare la vera natura della realtà, comprendendo l’impermanenza e la natura condizionata di tutte le cose.

Col passare del tempo, il Buddismo si diffonde in Cina, Corea, Giappone e Sud-est asiatico, dove le pratiche meditative vengono adattate alle culture locali. Nel Buddismo Zen, nato in Cina come Chán e sviluppato in Giappone, la meditazione (zazen) è una pratica fondamentale, volta a ottenere la consapevolezza diretta attraverso il semplice sedersi in silenzio e concentrarsi sulla postura e sul respiro.

 3. Taoismo

In Cina, il Taoismo sviluppa proprie forme di meditazione che mirano all’armonizzazione con il Tao, il principio naturale e universale che regola l’universo. I testi taoisti come il Tao Te Ching (IV-III secolo a.C.) di Laozi e lo Zhuangzi promuovono pratiche che facilitano uno stato di non-azione (wu wei) e spontaneità, attraverso il quale il praticante si apre alla saggezza naturale.

Le tecniche taoiste includono forme di meditazione che lavorano con l’energia vitale (qi), come la meditazione di visualizzazione e la meditazione del respiro. Queste pratiche vengono integrate nel sistema di qi gong e di arti marziali come il Tai Chi, con l’obiettivo di mantenere la salute e sviluppare l’equilibrio interiore.

 4. Confucianesimo

Sebbene il Confucianesimo sia meno incentrato sulla meditazione rispetto al Taoismo e al Buddismo, esso promuove la riflessione morale e l’introspezione come mezzi per migliorare sé stessi. La meditazione confuciana prende forma soprattutto come contemplazione etica e studio interiore dei principi morali, favorendo l’armonia sociale e la virtù.

 5. Shintoismo in Giappone

In Giappone, lo Shintoismo, la religione indigena, adotta pratiche di meditazione importate dal Buddismo Zen, integrando le pratiche contemplative con rituali di purificazione e connessione con la natura. In particolare, la meditazione è vista come un modo per sintonizzarsi con la purezza naturale (kami) e gli spiriti della natura.

6. Tradizione Cristiana

La meditazione nella tradizione cristiana ha radici antiche ed è stata praticata dai primi secoli del Cristianesimo come mezzo per avvicinarsi a Dio, comprendere la Scrittura e trasformare interiormente il credente. A differenza delle tradizioni orientali, che puntano spesso alla realizzazione del sé o alla fusione con il tutto, nella tradizione cristiana la meditazione è orientata alla comunione con Dio e alla contemplazione della Sua volontà.

La meditazione cristiana moderna tende a enfatizzare il silenzio interiore e la presenza di Dio nel cuore del credente. A differenza delle forme orientali, la meditazione cristiana non mira all'annullamento del sé o all'unione con una forza impersonale, ma a sviluppare un rapporto personale e profondo con Dio, mantenendo un senso di alterità tra l'uomo e il divino.

In sintesi, la meditazione cristiana si è sviluppata come un cammino di introspezione, preghiera e unione mistica con Dio. Da una pratica di riflessione scritturale, è diventata una via per raggiungere la pace interiore e la consapevolezza della presenza divina, sia nel silenzio della contemplazione sia nella ripetizione orante, accompagnando la fede cristiana in tutte le sue tradizioni.

 6. Diffusione e Influenza Recente

Negli ultimi secoli, le pratiche meditative orientali hanno influenzato anche il mondo occidentale. Durante il XIX e XX secolo, studiosi, monaci e praticanti hanno diffuso le tecniche di meditazione buddista e induista in Europa e negli Stati Uniti, dove la meditazione ha guadagnato popolarità non solo come pratica spirituale, ma anche come strumento di gestione dello stress, benessere e autoconsapevolezza.

Oggi, le pratiche di meditazione orientali continuano a evolversi, adattandosi a nuovi contesti e spesso mescolandosi con altre discipline di crescita personale e salute mentale, contribuendo a una comprensione globale e multiculturale della meditazione.

 

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