Costruire confini sani
C’è un istinto primordiale che ci spinge a farci carico dei pesi degli altri e questa spinta è legata alla sopravvivenza del gruppo che ereditiamo dalla nostro passato in tribù e comunità.
La società moderna ci ha insegnato due narrazioni che non funzionano per la gran parte di noi: dobbiamo farcela da soli, possibilmente, senza chiedere aiuto agli altri.
Tutto questo spesso ci esaurisce, ma c’è un’altro modo e te lo racconto qui regalandoti due semplici strumenti che possono esserti utili per stabilire dei confini sani, per riuscire a donare davvero senza essere travolti dalle situazioni e dalle richieste, più o meno consapevoli degli altri.
IL "NO” COMPASSIONEVOLE
Quando non sei sicura di voler fare una cosa o quando hai la sensazione di doverla fare perché hai paura di dispiacere qualcuno o di farli stare male, forse è il caso di imparare a dire di NO.
Ma come fare?
DARE ALL’ALTRO LA POSSIBILITA’ DI FARE LA SUA ESPERIENZA.
Quando vogliamo aiutare qualcuno, siamo tentati di suggerire soluzioni o risposte.
Il segreto è proprio qui. Si tratta di offrire alternative invece che vie d’uscita.
Invece di dire, fai così o prova a fare questo o quello, prova a stare vicino a quella persona dandole la possibilità di trovare da sé la soluzione. Questo attenua la responsabilità sul risultato finale che rischi di prenderti e dai la possibilità all’altra persona di fare esperienze e crescere.
Prova con un "So che è dura. Cosa pensi di fare?" oppure “Cosa pensi che potrebbe sistemare le cose in questa situazione?”DARE E DARSI UN TEMPO
Rendersi disponibili non significa prendersi un impegno a vita. Ci sono già relazioni senza scadenza come quelle con i famigliari o gli amici più cari, ma ci sono altre cose che possono avere un tempo e questo alleggerisce il peso.
Puoi dire cose come “Questa martedì posso accompagnarti io, ma prova a chiedere a qualcun altro per le prossime volte, perché è probabile che non riesca tutte le volte.”
Oppure “Mi posso fermare un’ora, poi ho un impegno”. O anche: “Grazie per la telefonata, mi fa piacere sentirti, tra un quarto d’ora però devo mettere giù.”
Definisci la durata del tempo che doni.DIRE DI NO
Non stai dicendo di no alla persona che ha bisogno di aiuto. Stai dicendo di no alla cosa che mette a rischio la tua serenità o il tuo equilibrio.
Il problema vero è il senso di colpa. Quando diciamo di NO per preservare noi stessi, ci sentiamo in colpa perché il retaggio che abbiamo è che fare per gli altri è più onorevole che fare per noi stessi.
Ti do una buona notizia: sentirsi in colpa non significa che abbiamo davvero colpa.
Le difficoltà dell’altro non sono colpa nostra e l’unico vero aiuto che possiamo dare all’altro è stargli vicino come esseri umani, non fare le cose al posto suo.
Queste strategie ti aiutano a ridurre il peso, ma si può fare anche qualche passo ulteriore verso le relazioni sane ed una maggiore energia personale.
LA DOMANDA CHE CAMBIA TUTTO
Invece che proporre risposte e soluzioni agli altri possiamo porci una domanda fondamentale:
LO FACCIO PER LORO O PER ME?
Aiutare spesso ci da un senso di appagamento e di valore, ci fa sentire di avere uno scopo, di avere un ruolo importante in una situazione o per un’altra persona.
Finiamo per aiutare per motivi diversi da quelli che abbiamo nel cuore, capita che lo si faccia per: per non sentirsi in colpa, per ricevere riconoscenza, alle volte per evitare che mi giudichino egoista.
Inutile dire che questi sono motivi che guidano spesso l’aiuto agli altri.
Fare meno ma per completamente per l’altro ha una qualità di aiuto incredibile e che davvero ha un effetto dirompente sulle altre persone.
Per questo è necessario ricentrarsi e porsi questa domanda ed agire in modo onesto e pulito in coerenza con la nostra verità interiore, anche se si corre il rischio di non essere compresi.